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Malattie infettive e AIDS

    La Sindrome da Immunodeficienza Acquisita, conosciuta come AIDS, fin dalla sua scoperta negli anni 80, ha causato un numero altissimo di vittime nel mondo. Oggi con la ricerca sono stati fatti importanti passi avanti.

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Al San Raffaele sono diverse le unità di ricerca che si occupano di AIDS e di infezioni correlate. Vari studi puntano sia a sviluppare cure che permettano alle cellule del sistema immunitario di rispondere meglio alle terapie anti-retrovirali già in uso, sia, a livello clinico, a bloccare l’AIDS prima che si sviluppi.

 

Comparso solo una trentina di anni fa, l’AIDS ha cominciato subito a seminare terrore: l’hanno chiamato la peste del 2000 e il numero iniziale delle sue vittime ha confermato che la definizione non è stata affatto esagerata.

Il grande impegno di molti ricercatori di tutto il mondo ha permesso di disporre di una terapia valida, ma il vaccino resta ancora una semplice speranza; inoltre il virus HIV interferisce con altre infezioni che possono sorgere nel paziente, aggravandole.
In Africa e in molti Paesi del terzo mondo le vittime dell’epidemia sono ancora milioni ogni anno, ma le infezioni sono in espansione anche in Europa e in Italia, non più limitate alle cosiddette fasce a rischio, ma allargate a chiunque, in particolare donne e giovani.
La ricerca ha ancora molta strada da fare e richiede specializzazione, competenze e molti fondi.

Al San Raffaele sono diverse le unità di ricerca che si occupano di AIDS e delle infezioni correlate.
La ricerca di base del Laboratorio di Virologia è da sempre finalizzata alle possibili applicazioni cliniche delle scoperte fatte e tutte le unità si interfacciano con la Divisione di Malattie Infettive dell’Ospedale, dotata di proprie unità di ricerca, e con i Laboratori di Immunologia e Microbiologia.
Per poter contrastare efficacemente le infezioni batteriche o virali è indispensabile conoscere i meccanismi fini dell’interazione fra virus e ospite e i riflessi che questa interazione ha sulla risposta immunitaria.

Oltre a diversi studi che puntano a migliorare le terapie anti-retrovirali già in uso, si stanno esplorando nuove strade, anche a livello clinico, per bloccare l’AIDS prima che si sviluppi, utilizzando, per esempio, sia le proprietà di una particolare proteina che sarebbe in grado di bloccare l’HIV sia di alcune sostanze potenzialmente capaci di difendere il nostro organismo dall’attacco del virus dell’HIV.