Il ferro è un elemento essenziale per il nostro organismo, per la sintesi di emoglobina che trasporta l’ossigeno nei globuli rossi, per la produzione di energia, per la duplicazione e riparazione del DNA e altre funzioni vitali della cellula. Tuttavia oltre 2 miliardi di persone al mondo vivono con una quantità di ferro insufficiente che può portare allo sviluppo di anemia sideropenica.
In un prestigioso articolo recentemente pubblicato sul New England Journal of Medicine, la prof.ssa Clara Camaschella, vice direttore della Divisione di Ricerca Genetica e Biologia Cellulare IRCCS Ospedale San Raffaele, fa il punto sulla epidemiologia, cause, diagnosi e terapia della anemia da carenza di ferro ai giorni nostri. La review rivede le categorie di soggetti “a rischio fisiologico” (come bambini o donne in gravidanza), l’insufficiente apporto nutrizionale nei paesi in via di sviluppo e spazia quindi sulle cause patologiche dalle più comuni alle più rare. Inoltre offre alla comunità medico scientifica un contributo importante sulla relazione e le differenze tra anemia da carenza assoluta di ferro (il ferro di tutto l’organismo è ridotto) e l’anemia dell’infiammazione cronica (il ferro è ridotto per la produzione di globuli rossi, perchè sequestrato, all’interno dei depositi). Quest’ultima anemia che si riscontra in infezioni croniche, patologie autoimmuni e più comunemente nei pazienti con insufficienza renale, nei tumori, nei soggetti obesi, e anche nello scompenso cardiaco cronico.
Afferma la professoressa: “gli ultimi studi condotti in questo ambito ci hanno permesso di capire i meccanismi molecolari alla base del sequestro di ferro. La distinzione tra le due forme di anemia può avere una ricaduta sul trattamento dei pazienti: nella sideropenia vera il ferro si assorbe facilmente quando somministrato per bocca, nel secondo caso, quando e se è necessario un trattamento, il ferro deve essere somministrato per via endovenosa. Anche il capitolo terapeutico offre delle novità: la necessità di infusioni multiple al giorno d’oggi può essere superata dalla somministrazione di tutto il ferro mancante in un’unica infusione. Nuovi farmaci in commercio possono permettere questo tipo di trattamento, che al momento trova indicazioni in pazienti selezionati”.